Primo a interessarsi alle antichità locali e a riscoprire il sito fu Ciriaco d’Ancona (1391 - 1452), il quale trascrisse alcune epigrafi. Scoperte e recuperi di materiali a seguito di indagini occasionali si susseguirono fino alla fine dell’Ottocento. Tra questi ritrovamenti il più eclatante è quello del mosaico con personificazione di Aiòn, il tempo “assoluto” concettualmente contrapposto a Chronos, il tempo della vita umana, tema figurativo abbastanza raro e particolare. Dopo alterne vicende, questo mosaico venne staccato dalla stanza che decorava e venduto: ora si trova esposto alla Gliptoteca di Monaco di Baviera. Nel 1890 gli scavi fatti per la costruzione della ferrovia Fabriano - Urbino (oggi linea Fabriano - Pergola) misero in luce una sorta di sezione del centro urbano. Il tracciato ferroviario, infatti, attraversa l’intera città da nord a sud, con andamento quasi perfettamente parallelo alla viabilità interna antica. L’ingegnere Raniero Mengarelli, che all’epoca curò i lavori della ferrovia, con spirito lungimirante e accorto fece realizzare i disegni di tutto quanto rinvenuto. A lui si devono la pianta archeologica della città, con il rilievo del circuito murario, i due cardini e i due decumani scavati all’epoca e le sezioni delle strutture rinvenute lungo il tracciato della ferrovia. Dagli anni Cinquanta del secolo scorso sono iniziate le indagini di scavo dirette dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche. Sono stati riportati in luce vari edifici: il bastione nord occidentale delle mura, le Terme Urbane nell’area nord orientale dell’abitato e le Terme Extraurbane, poco fuori della porta sud della città antica, nell’odierna località di S. Lucia.
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